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 Valle Brembana: nei simboli e nelle strutture antropologiche, testimoniano l'appartenenza ad un vasto processo storico, avendo spesso condiviso poteri e dominazioni, privilegi e soprusi, vittorie e sconfitte, liberazioni e occupazioni. Questi reportage vogliono essere anche uno stimolo perche' vengano ristrutturati per mantenere la testimonianza e la storia della Valle Brembana. Borgo di Bretto
 Vi si accede dalla comoda strada asfaltata che da Camerata Cornello conduce alla Brembella, dopo circa 3 km bivio a sx per il Bretto, a pochi metri da questo bivio la strada si dirama sulle due contrade, Bretto Alto e Bretto Basso, distanziati fra loro da poche centinaia di metri. Il Bretto Basso spicca l’antico palazzo Tasso la cui ristrutturazione, avvenuta dopo il 1980, ne ha mantenuto le linee architettoniche originali, ma ne ha parecchio alterato le belle decorazioni e le finiture.
 Gli edifici che si affacciano sulla piazzetta antistante il palazzo Tasso, un tempo quasi tutte pertinenze dell’abitazione padronale, si trovano oggi in condizioni alquanto precarie e mostrano i risultati di interventi restaurativi generici e approssimativi effettuati nella seconda metà del XX secolo.
 Catremerio, borgo di costruzioni antiche a 988 mt di altitudine, slependido borgo alpestre sulle pendici del Pizzo Cerro, ricco di storia, gode di architettura singolare e posizione invidiabile sulla Valle Brembilla. Un tempo si raggiungeva salendo per la mulattiera da Brembilla, passando per il Borgo di Cerro e la Tröca, oppure dalla vecchia Strada Taverna che parte dai Ponti di Sedrina. Oggi vi si arriva in auto, in circa 15 minuti da una comoda strada asfaltata sia da Zogno (Sant'Antonio Abbandonato) che da Brembilla, di cui è frazione, o da Zogno, percorrendo una comoda strada asfaltata, che si snoda tra prati e boschi, contrade e casolari, con ampi panorami sulla Valle Brembilla e sulla pianura verso Sedrina.
 Il Borgo di Catremerio si suddivide in due nuclei principali: “Catremer di là, dei Balos (furbi), e, oltre la Chiesa, Catremer di qua, di Sgarbui (avvocati). Il nome Catremerio, lo fa risalire alla un tempo potente famiglia dei Tremeris (Cà=casa, Catremeris), una delle più antiche famiglie della Valle Brembilla, insediatasi a Catremerio intorno alla prima metà del ‘500. Dopo la cacciata dei Brembillesi nel 1443, si puo' pensare che la ricostruzione delle case sia avvenuta a fine Quattrocento.
Il borgo di Cavaglia di Brembilla
 Cavaglia, posto a 837 mt. di altitudine, è, insieme a Catremerio, uno dei borghi antichi più belli e più antichi della Valle Brembilla. Cavaglia si raggiunge comodamente da Brembilla in 10 minuti d’auto, percorrendo una strada carreggiabile asfaltata, che sale tra contrade e casolari, prati e boschi. Un tempo Cavaglia di Brembilla si raggiungeva salendo per una mulattiera che sale al monte Corno. Cavaglia è è un piccolo borgo di case strette le une alle altre, posto su un esteso falsopiano, incorniciato e protetto dall’alto dai suoi monti si affaccia sulla sottostante Valle Brembilla e sui paesi del versante di fronte di Roncola e l’Albenza.
 Il borgo di Cavaglia di Brembilla è stato ristrutturato da pochi anni, salvaguardando le caratteristiche architettoniche originarie dei borghi contadini di montagna della zona, specie nel centro del borgo, dovè in bella mostra una grande casa cinquecentesca. Nel 1998 si è avuto il recupero delle parti pubbliche (vie e piazzette) a cura dell'architetto Matteo Invernizzi di bergamo). Le case sono in pietra, i tetti in coppi, le scale esterne per salire ai piani superiori in pietra e legno. Molto belle le ‘lobbie’ (terrazze) in legno, abbellite in estate dai gerani. Quasi tutte le porte sono ad arco: su una di queste c'e' incisa sulla pietra la data del 1531. Al pianterreno le stalle e le cucine con il soffitto a ’silter’ in pietra di sasso di tufo.
 Il borgo di Cerro si raggiunge facilmente in 10 minuti d'auto percorrendo la comoda strada asfaltata che sale appena prima del centro di Brembilla; lasciata la strada carrozzabile, occorre percorrere un breve tratto di mulattiera. Cerro Foppa è una delle più antiche e popolate contrade della zona. E' posta su un modesto falsopiano in una conca protetta a valle dalla ripa (la rìa di Pùcc) e, a monte, da un piccolo rilievo, sembra scrutare dal basso le contrade di Rudino, Boscalone e Culo d'Asino, mentre dall'alto è dominata dal Pizzo Cerro e dal Corno (Còren). Un tempo i terrazzamenti più soleggiati, posti sulle rampe del falsopiano, erano tutti coltivati a granoturco, frumento, fagioli e patate. Oggi si estendono solo prati e boschi, con piccoli orti vicini alle abitazioni.
IL borgo di Cornello dei Tasso
 Cornello dei Tasso, in Valle Brembana, uno dei borghi più belli d’Italia, una delle località bergamasche dove meglio si è conservata la struttura urbanistica ed architettonica medioevale. Un tempo era al centro dei commerci che si svolgevano con la Valtellina lungo la Via Mercatorum, la più antica strada della Valle Brembana, ed era sede di un importante mercato. Sul finire del Cinquecento la sua fortuna cominciò a declinare in seguito alla costruzione, nel 1592, della nuova strada, la Priula. che correva sul fondovalle, alquanto discosta dal Cornello.
 Il borgo che in tal modo rimase piuttosto isolato e andò via via perdendo l’importante funzione di accordo tra la media e l’alta Valle Brembana che aveva svolto fino a quel momento. Il secolare isolamento ha favorito la conservazione dell’originario tessuto urbanistico che è caratterizzato dalla sovrapposizione di quattro diversi piani edificativi. (Tarcisio Bottani, responsabile dei servizi educativi del Museo dei Tasso e della Storia Postale).
 Gerosa, posta a 800 metri di altitudine, in posizione dominante la Valle Brembilla, è composta da diverse contrade e numerosi cascinali sparsi qua e là su per i fianchi del monte che sale alla Forcella di Bura verso la Val Taleggio.
 Gerosa e' facilmente raggiungibile in poco più di 10' d'auto, percorrendo la strada provinciale che sale, a tornanti, da Brembilla e prosegue per la Val Taleggio, passando per la Forcella di Bura, e che scende poi a San Giovanni Bianco. Gerosa è posta come su un sedile di una grande poltrona con a destra la cresta di Blello, a sinistra le cime di Sornadello (1580 mt.), Foldone (1502) e Castello Regina (1424), alle spalle il Pralongone (1503) e la Corna Bianca (1309) e, ai piedi, Fopppetta, Foppone e Foppa Calda. Le varie vallette come la Predulosa, Mulini, Zuccone, Suoli sfociano giù presso Chignolo formando il torrente Brembilla. Gli abitanti residenti stabilmente a Gerosa si aggirano da alcuni anni su una media di circa 350 unità.
MALENTRATA
 Un tempo MALENTRATA, come dice il nome stesso, era di difficile accesso per le asperità posta su una rampa prativa; oggi invece, si raggiunge comodamente in meno di 10 minuti d'auto da Brembilla, sulla strada che sale per Sant'Antonio Abbandonato di Brembilla e che poi scende a Zogno. L'altitudine varia dagli 800 mt. di Malentrata Bassa ai 900 mt. del Colle dei Gatti.
 Malentrata Bassa è formata da due gruppi di case, il primo, posto sulla destra, salendo la mulattiera, provenendo da Brembilla, oggi Malentrata bassa si presenta ristrutturata, mentre la parte alta, posta sul versante di Sottosiepe, è in stato di degrado.
 Le abitazioni del primo nucleo abitativo di Malentrata di Brembilla, collocate sulla sommità di un colle, godono di una particolare vista sul fondovalle; chi, un tempo, saliva dalla mulattiera, trovava qui una sosta obbligata dopo la fatica della ripida salita. Il gruppo di abitazioni sono unite tra di loro e arroccate sul colle, sembrano più ad una fortezza che ad una contrada contadina d'un tempo.
ONETA, TERRA D’ARLECCHINO
 Appena sopra l’abitato di San Giovanni Bianco, la vecchia mulattiera conduce ad Oneta, dove la tradizione individua la casa natale di Arlecchino.
 Un pugno di case antiche, alcune delle quali restaurate nel rispetto della struttura originaria, contribuiscono a dare alla contrada un’atmosfera d’altri tempi che si respira pienamente percorrendo le anguste vie porticate, sui cui si affacciano rustici portali in pietra, ballatoi in legno intagliato, strette finestre protette da inferriate. Interessante anche la chiesetta del Carmine, che custodisce alcune tele del Ceresa e vari affreschi: una deliziosa Madonna con Bambino collocata in sagrestia e altri soggetti effigiati sulle pareti dell’austero porticato, tra cui un San Giovanni Battista e un grande San Cristoforo, posto a protezione dei viandanti lungo la via Mercatorum.
PAGLIARI
 La memoria nella Pietra. Lassu' dopo le ultime case di Carona, ai margini della strada che porta al Rifugio Calvi e, da qui, alle tante varianti della rete sentieristica delle Alpi Orobie spunta sulla destra, da una piccola quanto suggestiva radura, la Frazione di Pagliari.
 Un “borgo antico”, fra i meglio conservati nella sua architettura rustica, che d’inverno appare come un unico sasso compatto e scuro, che si distingue sul tappeto immacolato della neve, mentre d’estate si stempera all’interno di un paesaggio più dolce e variegato, dove le lingue verdi dei pascoli e dei prati s’insinuano fra le stradine e i viottoli, dentro i suoi spazi aperti. Siamo nell’ultima valle dell’Alto Brembo, nell’estremo avamposto bergamasco verso Nord, sotto gli imponenti contrafforti che dividono, e per certi versi uniscono, le valli orobiche da quelle della Valtellina. Le montagne che si allargano ad anfiteatro e che fanno da cornice alla superba cima del Pizzo del Diavolo, costituiscono, infatti, non solo lo spartiacque fra le due province limitrofe (Bergamo e Sondrio), ma anche l’epicentro di un’area culturale e commerciale fitta di sentieri e tracciati di comunicazione fra una valle e l’altra.
 Pusdosso, posta a 1038 metri di quota, è la frazione più alta del Comune di Isola di Fondra, ed è la più popolata: 7 sono i residenti, cui si aggiungono almeno una ventina di persone nei fine settimana e nel periodo estivo. Il Borgo di Pusdosso, come tutti i paesi dell'alta valle ed anche le frazioni, nel dopoguerra, ha subito una forte migrazione.
 Pusdosso, posta a 1038 metri di quota, è la frazione più alta del Comune di Isola di Fondra, ed è la più popolata: 7 sono i residenti, cui si aggiungono almeno una ventina di persone nei fine settimana e nel periodo estivo. Il Borgo di Pusdosso, come tutti i paesi dell'alta valle ed anche le frazioni, nel dopoguerra, ha subito una forte migrazione.
Sussia
 Sussia e' un' antica frazione sopra San Pellegrino Terme raggiungibile percorrendo un'ora di comoda mulattiera, che parte dalla Vetta. Pur rispettando rigorosamente le caratteristiche del posto e le giuste istanze di chi si preoccupa del verde e dell'antichità, Sussia puo' avere un futuro come agriturismo e come punto di ritrovo per magnifiche e salutari escursioni. La chiesetta dedicata a S. Michele, grazie a vari interventi di volontari, viene mantenuta in buono stato, ma necessita sempre di costanti cure, specialmente per il tetto.
Valtorta
 Valtorta sorge all’estremo settore nord-occidentale della Valle Brembana, ai piedi dei bastioni rocciosi del pizzo dei Tre Signori e dello Zuccone Campelli. Il Museo Etnografico “Alta Valle Brembana”, che raccoglie le testimonianze di secoli di vita locale è solo l’aspetto più appariscente di un complesso di richiami alla civiltà del passato. Accanto al museo c’è l’intero paese, con il centro storico ancora ben conservato e le minuscole contrade abbarbicate su ripidi pendii in margine a boschi e anguste vallette. Ci sono i resti, oggi recuperati, del maglio, dei mulini e delle miniere, un tempo cardini dell’economia locale, al pari dell’attività zootecnica, rinomata per i suoi formaggi, lavorati ancora oggi secondo regole immutate. Ci sono i dipinti murali che adornano le tribuline poste ai crocicchi di antiche mulattiere e i preziosi affreschi che decorano le pareti della chiesa della Torre.
 La Valle Brembana nota a tutti per le sue bellezze naturali e paesaggistiche per le sue stazioni climatiche, termali, sciistiche, la Valle Brembana e' anche uno straordinario luogo d'arte e di tradizioni. Questa considerevole ricchezza merita di essere meglio conosciuta ed apprezzata, per il suo valore intrinseco e per l'impegno culturale di cui essa e' testimonianza. L'amore con cui l'intera valle brembana ha saputo conservare , raccogliere, valorizzare il proprio patrimonio e' cosa senz'altro da sottolineare.
Museo della Valle (Zogno)
 Il MUSEO ha sede in un edificio seicentesco di Zogno che ospito' illustri personaggi. Gli oggetti catalogati sono 3.500; gli esposti, suddivisi in una cinquantina di temi e dislocati in dodici sale, sono 2.500. La ricerca dei reperti fu' avviata nel 1970 da un gruppo di appassionati della Valle, spronati da Vittorio Polli. L'intento era quello di tramandare sopratutto ai giovani, il loro passato e le loro radici. Il MUSEO della Valle di Zogno favorisce anche attivita' culturali ed editoriali con pubblicazioni a disposizione dei visitatori. Nel 1982 a Stoccolma, la fondazione venne insignita di un prestigioso premio internazionale. Le presenze medie annue raggiungono le 5.000 unita' e gli appassionati che volessero usufruire di una visita guidata, possono rivolgersi al custode.
Museo San Lorenzo (Zogno)
 Il Museo San Lorenzo di Zogno raccoglie testimonianze di carattere religioso, in particolare una collezione di affreschi recuperati in Valle Brembana, una raccolta di dipinti tavole e tele sopratutto di autori locali, sculture e indumenti sacri. Nelle ampie sale del Museo di Zogno si trovano anche numerosi ferri antichi, un'infinita'di oggetti appartenenti alle molteplici devozioni popolari, una raccolta di campane e pietre di manufatti della Valle Brembana.
Museo di Scienze Naturali (San Pellegrino Terme)
 Il Museo di San Pellegrino Terme custodisce una preziosa collezione di reperti fossili del Periodo Triassico (da 250 milioni di anni fa), tutti rinvenuti in scavi eseguiti in Valle Brembana, e donati al Comune di San Pellegrino Terme da alcuni studiosi del territorio Brembano. Si tratta di esemplari unici al mondo ed di alto valore scientifico, che documentano le origini geologiche del territorio Brembano e la vita che ospitava in ere passate. Oltre al reparto paleontologico, nel Museo si puo'ammirare una interessantissima collezione di farfalle della Val Brembana e una esposizione permanente di pannelli con documentazione fotografica della Flora Alpina Bergamasca. Il visitatore e' guidato alla visita da una serie di pannelli didattici illustrativi, che lo introducono alla conoscenza del mondo dei fossili e delle ricchezze naturalistiche della Valle Brembana.
Museo dei Tasso (Camerata Cornello)
 Il Museo di Cornello, in colleganza con le altre Istituzioni dedite alla valorizzazione delle memorie Tassiane, offre un importante punto di riferimento ostensivo al turismo culturale e scolastico della Valle Brembana. La Fondazione si trova  nell'abitato di Cornello dei Tassi che puo'essere considerato uno dei piu' interessanti e significativi nuclei edificati di antica formazione della montagna bergamasca. Raggiungibile solo a piedi tramite comode mulattiere, il borgo sorge su uno sperone roccioso a picco sul fiume Brembo, lungo la vecchia " Via Mercatorum" della Valle Brembana. La grande armonia del luogo, la densita' delle memorie storiche, la maestosa via porticata, la chiesa Romanica e la pendente Torre Campanaria hanno sempre consacrato il sito tra i piu' emblematici ed importanti della storia e della cultura in Provincia di Bergamo.
Museo Etnografico di Valtorta
 Il MUSEO ETNOGRAFICO ha sede nel palazzo dell'ex Pret. Veneta di Valtorta e l'esposizione si articola su tre piani. L'ordinamento del Museo di Valtorta prevede sezioni dedicate all'agricoltura, alla lavorazione del latte, a numerose attivita' artigianali - tra le quali va segnalata la lavorazione del ferro - e a vari ambienti e lavori domestici. Attualmente gli oggetti esposti sono 2.000, di varie dimensioni ed epoche. Risale all'inizio degli anni Ottanta l'idea di realizzare un museo che riunisse le molteplici testimonianze della storia umana e sociale di Valtorta e dell'Alta Valle Brembana e che si presentasse, non solo come monumento di riscoperta e conservazione del passato, ma come originale proposta di rinascita culturale del paese. Interpreti concordi del prgetto furono il comune e la parrocchia: grazie al loro impulso e con l'aiuto di un gruppo di volontari, fu reperito abbastanza agevolmente, tra la gente stessa di Valtorta, il primo nucleo della cospicua dotazione museale.
Museo Mineralogico di Zorzone (Oltre il Colle).
 La Mostra Mineralogica di Zorzone e' stata inaugurata nel 1994, sebbene fin dal 1970 esisteva in embrione in un locale privato. E'sita nei locali dell'ex Scuole Elementare di Zorzone. L'idea di concepire il Museo e' sorta dall'intenzione di ricordare l'attivita' lavorativa principale di tutto il comune di Oltre il Colle, attivita' cessata nel 1980 con la chiusura delle Miniere.
 Il Museo e' strutturato su tre piani che evidenziano tre settori ben precisi. Al piano terra troviamo la sezione della miniera che, a partire da Leonardo da Vinci al 1980, illustra l'attivita' con pannelli ed attrezzature minerarie compresa la ricostruzione dell'entrata di uncunicolo a grandezza naturale ; al primo piano e' collegata la sezione espositiva di minerali e fossili (500 reperti locali, 1600 minerali di tutto il mondo e 450 fossili) e al secondo piano si trova il settore multimediale con materiale audiovisivo e sala riunioni.
 I Gioppini le tipiche maschere bergamasche, il Gioppino e la Margì. Maschere di Dossena si ispira alla fastosita’ dell’antico Carnevale contadino. I Amis de Dosèna l'attaccamento alla propria terra brembana e la propria cultura espressi attraverso il canto. Nôter de Bèrghem il gruppo folcloristico, un "ensemble" di simpatici elementi tipici della Valle Brembana. Coro Fior di Monte il gruppo zognese si e’ affermato proponendo un percorso ricco di novita’ culturali e artistiche. Gli Alègher si esibisce in varie occasioni, sia culturali che di animazione, preferibilmente nei cortili. Arlechì e i so fradei recuperando ritmi e danze delle feste popolari della Valle Brembana. I Samadur quelli che sono sempre in cammino, come appunto i pastori o quelle categorie gerganti.